Fuga dal tragico

 

Dialogo immaginario tra i diari di Sylvia Plath e Cesare Pavese

per quartetto e due voci recitanti 

Fuga dal tragico è un progetto che punta a realizzare un’utopia. Far dialogare attraverso le pagine dei loro diari, drammatiche, struggenti, impastate di fragilità, tra poesia e letteratura, due giganti della cultura del Novecento: Cesare Pavese e Sylvia Plath. Geograficamente, generazionalmente, culturalmente lontani, la Plath e Pavese condividono quel male di vivere comune a generazioni di intellettuali che nel quotidiano scavare in sé stessi, nella ricerca della parola, della bellezza, mettono a nudo problematiche esistenziali, suscitano domande sul senso della vita. I due condividono anche la scelta del suicidio come soluzione naturale, non rimandabile. Vi arrivano attraverso un comune e profondo percorso caratterizzato da una spregiudicata quanto disincantata autoanalisi. Ma Fuga dal tragico non vuol testimoniare una sconfitta. Attraverso le sue quattro parti dello sviluppo drammaturgico, in uno stretto rapporto dialettico tra gesto, parola e musica, si propone di svelare tra le pieghe dell’intimità diaristica quella luce, quel gusto verso la vita che le trascende. (Paolo Carradori)

Dialogo immaginario tra i diari di Sylvia Plath e Cesare Pavese

per quartetto e due voci recitanti 

Fuga dal tragico è un progetto che punta a realizzare un’utopia. Far dialogare attraverso le pagine dei loro diari, drammatiche, struggenti, impastate di fragilità, tra poesia e letteratura, due giganti della cultura del Novecento: Cesare Pavese e Sylvia Plath. Geograficamente, generazionalmente, culturalmente lontani, la Plath e Pavese condividono quel male di vivere comune a generazioni di intellettuali che nel quotidiano scavare in sé stessi, nella ricerca della parola, della bellezza, mettono a nudo problematiche esistenziali, suscitano domande sul senso della vita. I due condividono anche la scelta del suicidio come soluzione naturale, non rimandabile. Vi arrivano attraverso un comune e profondo percorso caratterizzato da una spregiudicata quanto disincantata autoanalisi. Ma Fuga dal tragico non vuol testimoniare una sconfitta. Attraverso le sue quattro parti dello sviluppo drammaturgico, in uno stretto rapporto dialettico tra gesto, parola e musica, si propone di svelare tra le pieghe dell’intimità diaristica quella luce, quel gusto verso la vita che le trascende. (Paolo Carradori)

CREDITI (colophon) ideazione artistica e selezione testi Paolo Carradori

regia Marina Spreafico

musiche originali Sergio Armaroli, Francesca Gemmo, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini 

musicisti Giancarlo Schiaffini, trombone – Walter Prati, violoncello – Francesca Gemmo, pianoforte – Sergio Armaroli, percussioni, oggetti, elettronica

attori Lorena Nocera e Giovanni Di Piano

una co-produzione 

G.A.M.O. – Gruppo Aperto Musica Oggi di Firenze

Teatro Arsenale di Milano

Prima esecuzione assoluta

ideazione artistica e selezione testi Paolo Carradori

regia Marina Spreafico

musiche originali Sergio Armaroli, Francesca Gemmo, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini 

musicisti Giancarlo Schiaffini, trombone – Walter Prati, violoncello – Francesca Gemmo, pianoforte – Sergio Armaroli, percussioni, oggetti, elettronica

attori Lorena Nocera e Giovanni Di Piano

una co-produzione 

G.A.M.O. – Gruppo Aperto Musica Oggi di Firenze

Teatro Arsenale di Milano

Prima esecuzione assoluta