L’Arsenale è un luogo e un insieme di persone proteiformi, una sorgente dove le multiple declinazioni dell’arte del teatro sono ancora indistinguibili e dove l’atto creativo è, come per sua natura, all’origine della forma che prenderà. Per questo l’Arsenale è prima di tutto una scuola, che vive e fluisce senza interruzioni dal 1978 nonostante i numerosi ostacoli incontrati strada facendo, evitando scogli e secche, spesso nel buio della notte. Non ringrazierò mai abbastanza le persone che in tutti questi anni ci hanno seguito, stimato e aiutato in diversi ma importantissimi modi, che amano e si riconoscono in questa realtà. E il pensiero corre ai numerosi studenti della scuola, un capitale umano che è l’anima profonda dell’Arsenale, alla loro passione, al loro talento, alla loro serietà, alla loro giovane professionalità, al loro impegno e soprattutto alla loro fantasia. Senza di loro nulla sarebbe avvenuto. Senza mai scordare il nostro comune grande maestro, Jacques Lecoq, l’esploratore dei teatri a venire, ancorato nelle permanenze fluttuanti, nel cui pensiero e nella cui intuizione tutti noi del teatro del mondo – consapevoli o inconsapevoli – ancora navighiamo.

Marina Spreafico

Negli ultimi anni 70 a Milano girava un’aria di tempesta rivoluzionaria. È in quest’atmosfera che ho visto l’Arsenale per la prima volta. La mia prima impressione è stata: “Che bello spazio!”. Da quella prima emozione in poi sono passati più di 40 anni. Ricordo un giorno in cui ho dipinto di blu i muri  in occasione di uno spettacolo. Ricordo che allora c’erano pochi riflettori, sono salito e sceso dalla scala per 24 ore. Le prove finivano al mattino presto, quando davanti al teatro passava il primo tram. C’era amore, c’erano battaglie, c’era passione. Questo spazio dell’Arsenale è lo spazio della mia primavera. Per la mia sensibilità l’Arsenale è lo spazio più importante di Milano. Qui ho visto passare tanti artisti, Jacques Lecoq, Dario Fo, Cathy Berberian, Kantor, Jerzy Grotowski, Ryszard Cieślak, Stanisław Ścierski, Bolek Polivka, Carlo Cecchi, Mario Gonzalez, Donato Sartori, Antonio Capelo, Toni Bertorelli… amici, poeti, musicisti, architetti, teatranti. Troppi per poterli citare tutti. E – più importante di tutto – ho visto passare tanti studenti che hanno frequentato la scuola, più di mille. L’Arsenale di via Correnti è per me una finestra sul mondo, è amore, è tutta la mia vita. Questo piccolo spazio ha incrociato la mia esistenza, perché?

Kuniaki Ida

Quando entri è tutto nero. Ma non è piatto. Archi, finestre, lesene, gradini. Sono entrato quasi vent’anni fa. All’inizio era nero; poi neutro. Ora è solo l’Arsenale. Il primo rapporto l’ho stabilito col luogo, anzi il luogo lo ha stabilito con me. Poi sono arrivate le persone, i collaboratori, gli amici. L’Arsenale per me è stata una scuola, uno spazio per poter sperimentare, per lavorare artigianalmente. È stato luogo di incontro tra arti diverse, tra mondi diversi. Ha cambiato faccia, prospettiva. E ha mutato anche la mia. Difficile sintetizzare tanti anni in poche righe; difficile trasporre nella scrittura quel rapporto vivo che ti tiene legato a un luogo, al suo modo di essere e di cambiare; impossibile rendere conto di quell’umanità che ha popolato il nostro teatro. Entrate! Fermatevi a guardare, a sentire. È impregnato delle gocce di sudore e dei successi dei tanti studenti che continuo a conoscere e ad apprezzare, delle fatiche e degli accenti degli attori con cui ho lavorato e da cui ho imparato, degli odori dei mille materiali usati, dei tanti personaggi che sono stati con me in questi anni. Si guarda avanti, ancora, perché l’Arsenale è in movimento. E in questo viaggio portiamo con noi tutto ciò che c’è stato e che siamo stati. Perché qui, in questa piccola scatola nera, nulla si perde: uno dei miei personaggi, prima che entri in scena, dal soppalco a destra, ancora mi guarda.

Giovanni Di Piano

Ho sempre pensato che fare teatro significasse fare domande. A un testo, al suo autore, agli attori, ai tecnici e a tutte le persone che concorrono a dare vita a un evento teatrale. Più appropriatamente  sono poste le domande, più interessante, profondo e produttivo sarà il dialogo. Ebbene, la regia fa domande anche al luogo in cui la rappresentazione prende vita. Mi è capitato spesso di osservare come differenti registi abbiano interrogato in modi diversi lo spazio dell’Arsenale e come questo abbia risposto. La mia impressione è che l’Arsenale non sia uno spazio “magnanimo” ma sia in compenso molto propositivo nel dialogo con la regia. Non è un luogo compiacente, non risponde bene se le domande sono troppo banali o se gli viene richiesto di fare la parte dello spazio scenico tradizionale, cosiddetto all’italiana. Però, se il regista sa porre bene le sue domande all’Arsenale, ecco che esso risponde e risplende, mette in atto la propria creatività autonoma, aggiunge senso e profondità allo spettacolo. Negli anni ho potuto assistere a molti diversi dialoghi regia/spazio all’interno dei muri dell’Arsenale, alcuni più proficui altri meno, ma è sempre un piacere vedere come questo luogo sia così vivo e vitale. È stato un teatro per più di 40 anni e si vede che gli ha fatto bene!

Valentina Colorni

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ERRATUMUbu – W Ubu e la patafisica!

W UBU E LA PATAFISICA! IL RITORNO DI UBU, IMMORTALE CREATURA DI ALFRED JARRY, IN TRE EPISODI     ACQUISTA IL LIBRO   da un’idea di Sergio Armaroli e Marina Spreafico Questo libro è dedicato a “ERRATUMUbu” opera teatrale che si è svolta dal 3 al 5 maggio 2019 presso lo spazio ERRATUM di Milano: tre pataperformance che segnano il…

Open Day – Scuola Teatro Arsenale

Vieni a trovarci all’open day di Scuola Teatro Arsenale! L’appuntamento è per venerdì 31 maggio, alle ore 17.00. Per parlare con gli insegnanti, conoscere la sede, chiedere informazioni pratiche, curiosare e assistere a una presentazione della didattica a cura di Marina Spreafico.     _____ venerdì 31 maggio 2024 – ore 17.00 – Teatro Arsenale…

SERATA APERTA DEL PRIMO ANNO DI SCUOLA TEATRO ARSENALE

Gli allievi del primo anno di Scuola Teatro Arsenale (A. A. 2023-2024) saranno in scena all’Arsenale domenica 26 maggio alle ore 18.00.     L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili; il teatro aprirà le porte mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Dopo l’inizio non sarà più possibile accedere alla sala. _____ domenica 26…