Sixty two mesostics re merce Cunningham

liberamente tratto da John Cage e Italo Calvino

 

 

          Cathy Berberian mi regalò ‘Sixty-two Mesostics Re Merce Cunningham’ dicendomi “Try to do it”.
La prima cosa che vidi furono 62 pagine, ognuna con una diversa composizione di lettere dell’alfabeto. Questa era la partitura.
Guardando meglio in ogni composizione appariva un differente dinamismo visuale e un differente silenzio. Sentii il contrasto tra quei suoni e quei silenzi. Le 62 composizioni sono formate da parole intrecciate tra di loro orizzontalmente e verticalmente.
I testi sono un misto di sillabe dell’I Ching e di parole da “Changes: notes on Choreography” di Merce Cunningam e di altri 32 libri scelti dalla sua biblioteca.
L’I Ching è un metodo di divinazione cinese basato sugli otto simboli della natura.
John Cage è sempre stato profondamente interessato alle filosofie orientali (in special modo I Chin e Zen), in cui ricerca il concetto di indeterminazione.
Sixty-two mesostics è del 1971.
“Nel giugno del 1972, in occasione di un festival musicale a Pamplona, io stesso cantai questa partitura (Cathy era ammalata). Eravamo in una vecchia fortezza desolata, nella sala d’armi al piano terreno. C’era un forte vento che fischiava nel microfono e tutti poterono sentirlo. Quell’effetto imprevedibile mi sorprese e scoprii quello che volevo fare nel Temporale. Se cominciamo da zero, possiamo accettare molte cose. Questo atteggiamento ci fa conoscere il nostro vuoto”. (John Cage)

          In questo spettacolo ho voluto una struttura non lineare in accordo con l’indeterminazione di Cage: una struttura morbida, non stabile, trasformabile.
Come in un mandala, una libera concatenazione di immagini dovrebbe restituire l’immagine del mondo.
Come nell’I Ching, questo spettacolo è costituito dagli otto simboli della natura (cielo, vento, acqua, lago, fuoco, tuono, terra, monte) dei quali – attraverso un processo di astrazione – ho cercato il dinamismo nello spazio e il pathos.
Anche la parte musicale consiste in 8 variazioni.
Combinando le 8 variazioni della parte musicale con le 8 del movimento si ottengono 64 combinazioni possibili.
Questa struttra aperta vorrei si combinasse con la sensibilità del pubblico in un mandala personale.

Kuniaki Ida

ideazione e regia
Kuniaki Ida

cantanti
Akiko Kawano, Delfo Menicucci, Judy Roberts

attori
Maria Bombelli, Maria Eugenia D’Aquino, Monica Lattuada, Cristiana Leopardi, Adriana Libretti, Elena Montessori, Ginevra Sanguigno, Patricia Villa Armangué, Olga Vinals Martori, Paola Zamparutti

scene
Lucia Pescador e Alessandra Bonelli

costumi
Renata Calamari

collaborazione tecnica 
Enzo Fonti e Claudio Tanasi

con la collaborazione della Galleria Artecentro

rappresentato ai Chiostri dell’Umanitaria