Picasso, artista della forma e della parola

UN’OCCASIONE:

50 ANNI DALLA MORTE DI PICASSO

 

L’8 aprile 1973 moriva a Mougins Pablo Picasso (1881-1973), uno dei protagonisti assoluti dell’arte del Novecento che ha rappresentato uno snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea. Le sue intuizioni innovative hanno anticipato i tempi non solo in campo pittorico ma anche estetico e sociologico: la sua carriera ha vissuto di un trasformismo, o di un’evoluzione, forse senza pari nella storia dell’arte. Questo gli ha permesso di mutare costantemente, aggiungendo spessore alla sua profondità creativa. Tanto che tralasciando il Cubismo, sicuramente l’intuizione che più di tutte l’ha reso riconoscibile e celebre, qualsiasi altro suo periodo appare altrettanto denso di valore. E anzi si avvalora del fascino della potenzialità, del contorno geniale, delle tappe di avvicinamento all’eternità.

 

Picasso è stato sempre posseduto dal bisogno di vuotarsi, di vuotarsi fino in fondo, di vuotarsi sempre; è così pieno di tale bisogno che tutta la sua vita è la ripetizione di questo svuotamento. Deve svuotarsi: non può mai vuotarsi del suo essere spagnolo, ma può vuotarsi di quello che ha creato. Tutti dicono allora che cambia, ma in realtà non è così, lui si vuota, e nel momento che ha finito di vuotarsi, deve ricominciare a vuotarsi, tanto è di nuovo pieno. […] Cessò di dipingere nel 1935. Cessò per due anni: non dipinse e non disegnò. È straordinario smettere di fare quello che si è fatto per tutta la vita […]. Cominciò a scrivere poesie […]

Gertrude Stein, Picasso

 

Una personalità che è stata e sarà sempre un riferimento per la ricerca e lo studio della pittura e della storia dell’arte ma che poco viene esplorata, soprattutto oggi, per quei suoi “collaterali”, quelle sue intrusioni nel mondo del teatro e della poesia.

In occasione del cinquantennio dalla morte dell’artista il progetto si propone di raccontarne il genio e le visioni “laterali”, e di mostrare la forza della sua opera utilizzandola come ponte tra discipline e ambiti artistico-performativi differenti. Lo facciamo in due momenti distinti, in avvio del 2023, cinquantennio della sua scomparsa, e in occasione del compleanno di Picasso, il 25 ottobre.

Al cuore del progetto vi è proprio l’idea che un grande artista non sia mai completamente compreso e conosciuto, ancor più nel caso della poliedricità di Picasso. Il progetto vuole farci spiare dal buco della serratura, per mostrarne il più possibile una visione inedita e originale, assecondando e declinando le mille sfaccettature dell’artista (dalla visione pittorica alla sonorità delle sue opere, dagli scritti teatrali così pregni di didascalie immaginifiche in grado di restituire una fantasia pittorica straordinaria attraverso le parole, alle rappresentazioni spaziali che la sua ricerca artistica e le sue opere suggeriscono e talvolta necessariamente impongono).

Picasso artista della forma e della parola è un progetto multidisciplinare originale che si propone di esplorare un Picasso inedito, capace di creare opere teatrali e poesie, di presentare innovative rappresentazioni dinamiche degli spazi, e restituire le sonorità nascoste della natura e della vita. Il progetto verrà realizzato mediante il ricorso a diverse espressioni artistiche: dal teatro (espressione artistica prevalente) agli incontri a tema, e dalla scenografia alla musica.

 

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6 EVENTI dalle differenti caratteristiche:

1 conferenza sul rapporto di Pablo Picasso col teatro

4 performances teatrali (due giorni totali, 2 al giorno), con allestimenti spaziali originali

1 concerto di opere originali di compositori italiani, ispirate e affiancate a diverse opere pittoriche dell’artista

Le iniziative saranno distribuite tra le città di Milano e Firenze. Il contenuto del progetto ha una propria identità distintiva nella necessità della “ricerca”, nella “necessità della scoperta” che ci porta a indagare ancora, a cercare di trovare quegli aspetti così poco scandagliati di Picasso. È un modo di tracciarne una forma attraverso i suoi aspetti più inediti, come le facce solitamente nascoste di un solido.

Per portare avanti questa ricerca si rende necessario operare ibridazioni e metamorfosi di realizzazione e composizione. Il tema della metamorfosi, inteso oggi in senso trasformativo, in netta opposizione alla lettura di fine ‘800 che lo associava principalmente al cambiamento, appartiene intrinsecamente alla nostra contemporaneità in costante evoluzione e così abituata a una pluralità di visioni da esserne ormai quasi assuefatta. Il rischio è quello di smarrire la via, di perdere se stessi. Il progetto, seppur nell’ombra di un territorio picassiano poco esplorato, traccia delle linee precise, in cui la genialità e la vivacità di Picasso, seppure in forme disparate (teatro, musica, opere pittoriche, elementi spaziali) ritrovano un’unità e, perché no, una visione nuova, co-costruita tra gli artisti/esperti e i fruitori finali. Un modo per esplorare, attraverso arti diverse, unite dal ponte della trasformazione, le mille strade che il cervello segue per realizzare i suoi sogni.

Grazie alla sperimentazione tra più arti – e alla sua intrinseca proiezione verso la ricerca, l’innovazione e parimenti la sempre grande attualità di Picasso, quale solo un “classico” riesce ad essere – saremo in grado di riportare alla vita il carattere marcatamente visionario di opere letterarie e pittoriche, di poesie e sonorità, attraverso l’utilizzo di diverse espressioni artistiche. In questa relazione tra arti si esplicita la dimensione poliedrica e ibrida del progetto, e la sua capacità di ricreare un’idea e una dimensione dell’essere umano trasversale nella storia e nelle culture.

 

Il progetto è frutto della collaborazione di enti, artisti e personalità di fama nazionale e internazionale.

I PARTNER PRODUTTORI

TEATRO ARSENALE  – MILANO

Il Teatro Arsenale nasce nel 1978, anno dal quale è un centro di iniziative artistiche teatrali. Di proprietà del Comune di Milano, è stato concesso all’Associazione Teatro Arsenale che ha l’obiettivo di promuovere spettacoli teatrali e musicali; programmi didattici e di ricerca; di valorizzare la sede quale luogo di manifestazioni artistiche qualificate. L’Arsenale non è solo un teatro con i suoi spettacoli, ma altresì punto di riferimento per l’insegnamento: negli stessi locali ha infatti sede operativa anche la Scuola di Teatro Arsenale che, nel tempo, è diventata punto di riferimento nel panorama della didattica teatrale. Teatro Arsenale ha prodotto e ospitato più di 700 spettacoli, coinvolgendo un sempre maggior numero di pubblico, e stretto partnership importanti con istituzioni, atenei e aziende. Il Teatro Arsenale è attento alle nuove generazioni e ai loro linguaggi, ai valori teatrali profondi e alle loro permanenze, costantemente abbatte i muri tra i generi e tra popoli e culture attraverso una lunga e intensa attività internazionale. È presente assiduamente in Africa (Burkina Faso e Niger), dove collabora con il Centre Culturel Gambidi di Ouagadougou e l’Université Abdou Moumouni di Niamey; In Giappone dove collabora con la Toho University di Tokyo e il Theatre X.; in Portogallo collabora con il Teatro do Bolhao di Porto, tra gli altri. Ha inoltre lavorato a Bogotà, Johannesbourg, Pretoria, Hong Kong, Arkanghelsk, Bucarest e altrove. E’ membro dell’ITI International Theatre Institute. La sua sede è a Milano, presso l’omonimo Teatro Arsenale. L’Arsenale è diretto da Marina Spreafico.

GAMO – FIRENZE

Il GAMO (Gruppo Aperto Musica Oggi) è una delle più antiche e illustri istituzioni italiane dedicate alla musica contemporanea. E’ stato fondato nel 1980, a Firenze, da Giancarlo Cardini, Liliana Poli, Vincenzo Saldarelli, Albert Mayr e Massimo De Bernart con l’intento di fornire alla città uno strumento di informazione in più sulla contemporaneità musicale, collegandosi idealmente a quella Vita Musicale Contemporanea fondata a Firenze da Pietro Grossi che, insieme alle Settimane di Nuova Musica di Palermo ai Concerti al Teatro di Bacco di Firenze e a Nuova Consonanza di Roma, fece conoscere in Italia, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, l’avanguardia europea e statunitense.

In oltre quarant’anni di attività il GAMO ha realizzato oltre cinquecento concerti, molti dei quali con programmi che evidenziavano numerose prime esecuzioni assolute. Le attività del Gamo Ensemble sono state caratterizzate fin dal principio da stagioni concertistiche dedicate al repertorio colto contemporaneo, dal progetto di una audioteca, cicli di conferenze e tavole rotonde, organizzazione di corsi di perfezionamento sulla musica colta contemporanea.

Nel corso dei suoi 42 anni d’attivitàil GAMO, nelle sue principali stagioni concertistiche, ha programmato e collaborato con compositori come: Mark Andre, Georges Aperghis, Arrigo Benvenuti, Luciano Berio, Carlo Boccadoro, Sylvano Bussotti, John Cage (memorabile fu il concerto di Firenze del 1992 dedicato al compositore americano, con John Cage ospite del Gruppo, in una Sala gremita di pubblico fino all’inverosimile), Paolo Castaldi, Mauro Cardi, Niccolò Castiglioni, Giuseppe Chiari, Aldo Clementi,  Giorgio Colombo Taccani, Azio Corghi, Ugalberto De Angelis, Luis De Pablo, Fabrizio De Rossi Re, Franco Donatoni, Ivan Fedele, Brian Ferneyhough, Luca Francesconi, Beat Furrer, Giorgio Gaslini, Armando Gentilucci, Stefano Gervasoni, Gaetano Giani Luporini, Pietro Grossi, Sofia Gubaidulina, Jonathan Harvey, Toshio Hosokawa, Mauricio Kagel, Helmut Lachenmann, Luca Lombardi, JoséManuel Lopez Lopez, Gabriele Manca, Albert Mayr, Ennio Morricone, Arvo Pärt, Francesco Pennisi, Goffredo Petrassi, Romano Pezzati, Wolfgang Rihm, Fausto Romitelli, Nicola Sani, Giacinto Scelsi, Salvatore Sciarrino, Stefano Scodanibbio, Howard Skempton, Alessandro Solbiati, Mauricio Sotelo, Marco Stroppa. Tra i compositori della nuova generazione il GAMO ha programmato ed interpretato con il proprio ensmbele musiche di Valerio Sannicandro, Stefano Pierini, Federico Gardella, Matteo Freanceschini, Vittorio Montalti, Fabio Massimo Capogrosso, Maurizio Azzan, Andrea Portera, Luca Antignani e molti altri.

Negli ultimi dieci anni l’ensemble di GAMO ha vissuto un passaggio generazionale ed oggi la direzione artistica è affidata a Francesco Gesualdi che è anche direttore musicale del GAMO Ensmeble, che egli stesso ha fondato. Sotto la guida di Gesualdi l’ensemble ha già realizzato molti progetti originali, in prima esecuzione assoluta ed in prima italiana. Tra le esperienze esecutive realizzate più recentemente dal GAMO si segnalano quelle per il Festival del Maggio Musicale Fiorentino con programmi dedicati a F.Donatoni, A.Solbiati, I.Fedele e L.Antignani; per gli Amici della Musica di Firenze per i quali l’ensemble è stato protagonisita di vari progetti di musica nuova realizzando programmi monografici dedicati a Sylvano Bussotti (monografia e prima esecuzione italiana di Puccini a caccia per fisarmonica, percussioni e voce), Salvatore Sciarrino (monografia con alcune delle sue composizioni più rappresentative), Wolfgang Rihm (prima esecuzione italiana di Fetzen per fisarmonica e quartetto d’archi), Sofia Gubaidulina (prima esecuzione italiana dei Galgenlieder), Mauricio Sotelo (programma monografico pensato ad hoc Scarlatti/Sotelo); per la Società di Concerti Barattelli dove ha realizzato la propria produzione de Il Diario di Eva di Mauro Cardi.

Tra le altre produzioni del GAMO Ensemble delle ultime stagioni si segnalano Ritratto di Helmut Lachenmann; Lacuna di Carlo Galante; Oratorio a Pasolini di Andrea Mannucci, Verblendung di Detlef Heusinger con experimentalstudio SWR di Friburgo; Il n’est pas comme nous di Alessandro Solbiati (primo ensemble italiano ad aver eseguito questo imponente lavoro di Alessandro Solbiati); Nuova Musica Insieme dedicato alla musica di Mark Andre, progetto sostenuto dalla Fondazione Ernst von Siemens.

Non manca nell’attivitàdel GAMO un attento sguardo al teatro, nella sua connotazione di Teatro di Ricerca e di Teatro e Musica. In particolare si segnala l’intera produzione dell’esecuzione dell’opera di Mauricio Kagel legata al Teatro del Gesto di Kagel, e altre piùrecenti produzioni in collaborazione con Teatro Krypton di Giancarlo Cauteruccio e con Teatro Arsenale di Milano. Come giàaccennato, un notevole spazio èdedicato alla musica elettroacustica che costituisce uno dei momenti piùimportanti della vita del Gruppo. Ancora oggi, dopo quarant’anni, altra caratteristica saliente del G.A.M.O. continua ad essere l’organizzazione, parallela ai concerti, di corsi di perfezionamento strumentale, di composizione e di conferenze-seminari di approfondimento musicologico; un’apprezzabile sintesi fra musica practica et theorica.

Altre collaborazioni al progetto

POLITECNICO DI MILANO

Corso Scenografia e Spazi della Rappresentazione della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni – Professore Pierluigi Salvadeo.

ARTISTI E PERSONALITÀ PRINCIPALI

Marina Spreafico

Regista, insegnante di teatro, attrice e autrice. Ideatrice di progetti legati all’arte del teatro, alla musica, all’architettura. Nel 1978, di passaggio per Milano, ha la fortuna di trovare un luogo straordinario, l’Arsenale, che tuttora dirige ed èsede della sua attivitàcontinuativa. Laureata all’Universitàdegli Studi di Milano, 1968.

Nel 1970 inizia la carriera teatrale con Il Granteatro di Carlo Cecchi.

Diplomata all’ Ecole Internationale de Théâtre Jacques Lecoq, Parigi, 1975.

Ha studiato movimento con Monika Pagneux, Moshe Feldenkrais, Gerda Alexander.

M.S. ha sempre cercato forme di comunicazione teatrale personali, spinta dall’esigenza di un rapporto vivo e presente con il pubblico e dall’urgenza di condividere scoperte, pensieri, osservazioni, meraviglie convogliandole in stampi adatti, coniati volta per volta. Teatro Arsenale – direzione – dal 1978 – Ha inoltre lavorato con Centre Culturel Gambidi Ouagadougou (Burkina Faso), UniversitéAbdou Moumouni Niamey (Niger), Il Granteatro di Carlo Cecchi, Teatro Litta Milano, Spoleto Festival, Maratona Milano 2000, Teatro Biondo Palermo, compagnia Donati-Olesen, Festival mozartiano di Vicenza, con Musei e siti Archeologici,

M.S. ha coltivato per anni un suo modo di essere nella musica. In molti casi si ètrattato di spettacoli che prevedevano anche la presenza di una compagnia di teatro. Ha lavorato con Gran Teatro La Fenice di Venezia – Teatro Massimo Palermo, Associazione per la Musica Antica ‘Antonio il Verso’, Istituto di Storia della Musica dell’Universitàdi Palermo, Teatro Comunale Bologna, Ravenna in Festival, Jan Latham Koenig Ensemble, Festivalterme Bagni di Lucca, Divertimento Ensemble, Bari Lirica, Festival Operincanto Amelia, Pomeriggi Musicali Milano, Accademia Filarmonica Romana, National Opera Sofia, Cantiere Internazionale d’arte di Montepulciano, Cappella musicale Duomo di Lodi, MMT creative-lab, Erratum, ecc. L’esperienza maturata nel tempo lavorando in spazi non teatrali l’ha portata a concentrarsi sui rapporti creativi tra teatro e spazio della rappresentazione, grazie anche all’assidua collaborazione con la Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle costruzioni del Politecnico di Milano, con la quale collabora dal 2003. Ha fondato nel 1978 la Scuola di Teatro ‘Arsenale’ a Milano, che dirige e dove tuttora insegna continuativamente. Dal 1999 al 2006 èstata docente ospite all’Ecole Internationale de Théâtre Jacques Lecoq a Parigi. Ha tenuto workshop e master class all’Universitad de los Andes (Bogotà), al Colorado Festival of World Theatre (USA), al Festival of the Youth and Art (Hong Kong), per il Teatrul Masca di Bucarest (Romania), a Johannesbourg (Sud Africa), all’ Ecole Espace Gambidi Ouagadougou (Burkina Faso), all’ UniversitéAbdou Moumouni Niamey (Niger) e altrove.

Francesco Gesualdi

E’ riconosciuto dalla critica e dall’ambiente musicale contemporaneo come uno dei principali fisarmonicisti italiani impegnati nello sviluppo della fisarmonica contemporanea da concerto. Padrone di un ampio repertorio – che spazia da Frescobaldi, Bach e Carlo Gesualdo, a Berio-Donatoni-Solbiati, a Sciarrino, a Gubaidulina, fino a W. Rihm e al Teatro della Musica di Kagel – svolge la sua attività concertistica in alcuni dei centri musicali più impor

tanti, suonando per enti, società di concerto, associazioni, teatri, radio. Il suo interesse per lo studio e l’interpretazione della musica contemporanea lo ha portato a realizzare, in Italia, in Europa e in Australia, prime esecuzioni di molti compositori della scena musicale contemporanea. Inoltre, in principali contesti concertistici (al Piccolo del Teatro Comunale di Firenze – XXX stagione GAMO; Auditorium di Roma; Teatro della Pergola di Firenze – Tempo Reale Festival; al Piccolo del Teatro Regio di Torino – Settembre Musica), ha eseguito le prime assolute di lavori di alcuni dei più interessanti giovani compositori: V. Montalti e F. Verunelli (Leoni d’argento alla Biennale di Venezia 2010), M. Franceschini, A. Sarto, S. Shimura. Numerose le sue esperienze nel contesto della musica da camera: ha suonato con il chitarrista L. Attademo, i violinisti M. Kanno e D. Ceccanti, i violoncellisti F. Dillon, A. Ivashkin e M. Barrera, l’oboista F. Bagnoli, i pianisti M. Fossi e G. Nardi, le voci S. Bergamasco e M. Leoni, l’ Ensemble Europeo Antidogma, il Freon ensemble, il Contempoartensemble, e con il centro di ricerca e produzioni Tempo Reale. Gli sono riconosciute anche specifiche qualità di “performer”e in questa veste ha elaborato personali interpretazioni di due importanti lavori di M. Kagel, legati al suo personalissimo teatro delle esecuzioni in musica: Pandora’s box e di Pas de cinq. Inoltre ha suonato e recitato dal vivo in molte produzioni. Nel 2009 ha ideato e curato il progetto Futurismo in periferia, sostenuto dall’Università di Cosenza. Nel 2010 ha realizzato un tour in Australia con un programma di sola musica originale scritta per fisarmonica e chitarra, sostenuto dal Cemat – progetto Sonora, suonando nel prestigioso (Auditorium NGV di Melbourne, neAuditorium della Monash University; live per SBS Radio Australia). Nel 2011 ha registrato nell’Auditorium di Milano musica di Bach/Solbiati/Laganà per il docufilm Sul nome Bach diretto da Francesco Leprino, dedicato alla Kunst der Fuge. Ha inciso per EMA records e per la Curci. Insegna presso il Conservatorio di Avellino. Ha fondato il RowsEnsemble di cui è il direttore artistico. Dal 2011 è coordinatore artistico del GAMO di Firenze.

Lella Diaz

Si diploma in scenografia con il massimo dei voti presso la NABA “Nuova Accademia di Belle Arti” di Milano. Per tre anni è assistente dell’architetto scenografo Tito Varisco. Collabora con Franco Zeffirelli, Luisa Spinatelli, Francesco Zito,Carlo Savi, Gideon Davey. Firma le scene e i costumi per svariate produzioni d’opera, prosa e balletto (Cavalleria Rusticana, Pagliacci ed Ernani al Sejong Theatre of Seoul, Turandot per il Teatro Petruzzelli di Bari, Don Carlo per la Suntory Hall of Tokyo, il Mercante di Venezia di Shakespeare al Globe Theatre of Tokyo). Collabora con registi come Lamberto Puggelli, Antonello Madau Diaz, Keita Asari, Mauro Bolognini, Luciano Alberti, Carlo Maestrini e altri, nei principali teatri e festival in Italia e all’estero. Nel 1990 inizia una collaborazione annuale come costumista e consulente, attiva per 20 anni, per la Shiki Theatrical Company of Tokyo. Dal 1991 al 1994 è stata titolare delle cattedre di scenografia e costume presso l’accademia di belle arti “Lorenzo da Viterbo” a Viterbo, da cui è nata la NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

Pierluigi Salvadeo

Si laurea in Architettura (1987) presso il Politecnico di Milano dove consegue anche il Dottorato di ricerca in Architettura degli Interni e Allestimento (1998). È docente e membro dell’organizzazione nei Seminari internazionali di progettazione di Mantova (1990 e 1992), Bruxelles (1992), Novacella-Bressanone (1994), Bolzano-Merano (1996), Grosseto (1998), Baeza (Spagna) (1999 e 2006), Milano con il Piccolo Teatro-Teatro d’Europa e con il Teatro Arsenale (2004 e 2005). Nel 2006 collabora come docente a Masterclass, organizzato dal Piccolo Teatro di Milano con Luca Ronconi. Dal 1997 al 2000 è docente di Allestimento presso l’Istituto Superiore di Architettura e Design (ISAD) di Milano all’interno del III anno di specializzazione in Architettura di Interni. Dal 2001 è docente a contratto per il corso di Scenografia, CdLS in Architettura orientamento Interni, nella Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano.

 

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09.02 e 12.02.2023 – Teatro Arsenale, Milano

Picasso atleta della formateatro e performance a cura di Pierluigi Salvadeo e Marina Spreafico

attore: Giuseppe Guerrieri

scenografi: Studenti del Corso di Scenografia e Spazi della Rappresentazione della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano

costumi: Lella Diaz

macchinista scenotecnico: Claudio Cerra

luci: Martino Minzoni

regia: Marina Spreafico

L’artista raccoglie emozioni che vengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma che passa, da una tela di ragno.

(Pablo Picasso)

Dedicate alla libertà creativa di Picasso, atleta della forma, queste performance vedono in scena 17 creazioni spaziali ideate dagli studenti della facoltà di Scenografia e Spazi della Rappresentazione del Politecnico di Milano, a partire dal gesto atletico che diventa forma scenografica.

Il Teatro Arsenale viene trasformato in una nera tela da cui far emergere costruzioni ed elementi scenici, frutto della giovane visione dei futuri architetti/scenografi che si ispirano ai dinamismi del gesto picassiano.

Le realizzazioni scenografiche sono due, molto diverse tra loro, una il 9 e una il 12 febbraio 2023.

Gli spazi realizzati sono vissuti dall’attore Giuseppe Guerrieri che dialoga attraverso le parole dell’artista con gli spazi realizzati.  Durante le performances il pubblico partecipa in un percorso ibrido – da seduta fissa e in parte mobile – all’interazione tra il dinamismo delle forme e il dinamismo dell’attore ‘picassiano’ il cui costume, ideato da Lella Diaz, è ispirato ai quadri di Picasso dedicati ad acrobati e atleti.

In collaborazione con il Corso di Scenografia e Spazi della Rappresentazione della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano.

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16.09.2023 – Certosa di Firenze

Girare il sole

spettacolo – concerto a cura di Francesco Gesualdi

con: Martina Nappi (danza), Pier Luigi Berdondini (poeta), Roberto Fabbriciani (flauto), Michele Bianchini (sassofono), Lucio Labella Danzi (violoncello), Ilaria Baldaccini (pianoforte)

Esplorare il suono oltre la luce.

GAMO dedica al mito delle tele di Picasso il contagio di tre distinti labirinti sonori: il varietà di musica-teatro-danza di Rosalba Quindici; l’installazione interattiva e generativa di musica e video di Alan El Monim; la poesia, la voce, il suono arcaico del monocordo di Pier Luigi Berdondini.

Leggenda e mito aleggiano attorno alla figura di Pablo Picasso, universalmente riconosciuto come genio indiscusso dell’arte del XX secolo. Biografie e studi si sono susseguiti nel corso della sua vita e post-mortem, contribuendo a creare insieme storia e mito di un uomo che ha cambiato e determinato le sorti dell’arte del suo tempo e di quella a venire.

Girare il sole è il titolo, tratto da un testo di Pier Luigi Berdondini, del progeAo GAMO che allude all’incontro, orientato verso un forte pathos, tra alcuni celebri quadri di Picasso e gli interpreti solisti del GAMO Ensemble. In programma tre Miniature, ispirate ciascuna ad un’opera diversa di Picasso, commissionate da GAMO a tre autori differenti e destinate ad esercizi e a discipline artistiche eterogenee: la poesia, l’improvvisazione, la danza, la musica, il teatro l’installazione sonora.

Oltre Parade II di Rosalba Quindici (Miniatura I) – Interpreti: Gamo Ensemble

Oltre Parade II è una nuova versione, per flauto, sax, violoncello, pianoforte, mimo e danzatrice di Oltre Parade 2016 (Rosalba Quindici 2016), elaborata su commissione GAMO. L’opera è liberamente ispirata alla produzione (sipario, scene e costumi) che Picasso realizzò nel 1917 per Parade di Erik Satie e si inserisce in una personale e originale linea di ricerca, avviata da Rosalba Quindici nel 2016, in cui la componente sonora e quella mimico-coreutica si intersecano in un processo creativo unitario, che vede l’autrice impegnata nella composizione organica e parallela della musica e della coreografia. L’esito dell’operazione è una sorta di carousel vivant in cui i musicisti interagiscono con la danzatrice, impegnata a interpretare alcune tra le pi. significative e caratterizzanti posture di corpi umani raffigurate da Picasso nei quadri pi. o meno coevi a Sipario. Una performance di carattere sinestetico che invita il pubblico a fare un viaggio nel mondo picassiano e, più in generale, in quello della musica e della danza di ricerca.

Periodo nero – installazione interattiva e generativa di musica e video di Alan Abdi El Monim (Miniatura II). Interpreti: Alan Abdi El Monim, pubblico del concerto.

Su uno schermo di proiezione il pubblico vedrà un video realizzato a partire da macrofotografie di alcune porzioni di quadri cubisti di Pablo Picasso, accompagnate da un ambiente sonoro di sottofondo e dovrà interagire con il movimento delle proprie mani attraverso cui cambierà la natura del video e della musica. In funzione dei movimenti delle mani, infatti, la musica si arricchirà di figure, “textures” e gesti poiché, In modo analogo, il video reagisce agli stessi gesti tramite alcuni criteri di distorsione e saturazione, dando corpo e suono ad una atmosfera “dark”. Si traUa di un omaggio al grande pittore spagnolo, come se Picasso stesso, oltre al periodo Blu e quello Rosa, avesse avuto anche un periodo Nero.

Girare il sole di Pier Luigi Berdondini (III Miniatura). Interpreti: Pier Luigi Berdondini. Girare il sole si ispira all’alba senza sole di Aubade (serenata al mattino) il quadro dipinto da Picasso a Parigi nel 1942, nei giorni di sopruso dell’occupazione nazista, sopruso che si insinua nelle forme, nei colori e nelle espressioni del quadro. Girare il sole . il canto di un girasole ferito dalle ombre. È il suono percussivo dei labirinti del mattino che si ribellano al grigiore. . graffio e suono di un’alba che non c’è. Lacerata, ferita, soffocata dai tentacoli della rassegnazione.

Testo, voce e monocordo di Pier Luigi Berdondini, un poeta dei nostri giorni. Il monocordo è un inedito strumento ad arco a una corda, ideato da Berdondini e commissionato al liutaio Sergio Gistri di Colle di Val d’Elsa, che lo ha realizzato. “Il monocordo nasce dalle necessit. dei miei versi e della mia voce di esplorare nuovi campi sonori, estranei a una partitura di note e germoglio intermittente di fantasie espressive.”, sottolinea Berdondini. . il gesto arcaico di dita che, percuotendo la cassa armonica e pizzicando un’unica corda in LA grave, generano una tavolozza di vibrazioni. Le vibrazioni del monocordo e le vibrazioni della voce sono unica voce della poesia, che dissolve nel labirinto dei suoni.

PROGRAMMA

ROSALBA QUINDICI (1976)

Oltre Parade II (2023) – W. P.

azione mimico-musicale per flauto, sassofono contralto/mimo, violoncello, pianoforte e danzatrice (ideazione, musica e coreografia di Rosalba Quindici)

ALAN ABD EL MONIM (1984)

Periodo nero

Installazione interattiva e generativa audio e video

PIER LUIGI BERDONDINI (1949)

GIRARE IL SOLE labirinti sonori* per versi e voce al monocordo dedicata al quadro Aubade (1942) di Pablo Picasso – prima esecuzione assoluta e prima apparizione assoluta del monocordo

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19.11.2023 Teatro Arsenale, Milano

Un’algida malinconia – Pablo Picasso, il sipario per Parade, il rapporto con il teatro

conferenza/incontro in occasione del compleanno di Picasso

a cura di Roberto Borghi

Nel 1917, mentre nel corso di un soggiorno a Roma dipinge il sipario per Parade, Picasso sta sperimentando una fase di ricapitolazione del suo itinerario pittorico. Il linguaggio delle avanguardie, che egli stesso ha contribuito in modo determinante a coniare, sta subendo un’involuzione, dalla quale intende sottrarsi guardando a nuovi modelli imperniati sulle forme classiche. L’enorme sipario – la sua opera più vasta – che crea per il balletto ideato da Jean Cocteau con musiche di Erik Satie rivisita i temi iconografici e le atmosfere del momento cubista con uno sguardo già orientato al classico e con una vena malinconica che l’artista tiene a freno con grande accortezza stilistica. Vent’anni dopo, durante un’altra fase di svolta del suo percorso espressivo, Picasso rileggerà nuovamente il suo rapporto con le avanguardie attraverso delle opere destinate al teatro: questa volta però si tratterà di veri e propri testi drammaturgici, scritti tra il 1941 e il 1947, in cui affiorerà un senso di algida malinconia non troppo diverso da quello che pervade il sipario per Parade.