Mishima due No moderni – La principessa Aoi e Hanjo

di Yukio Mishima

Una nevicata in una calda estate
Appassire come un fiore”… “Non riesco più ad aspettare”

 

 

          Non amo parlare del mio spettacolo, preferisco lasciar parlare l’ultima azione di Yukio Mishima. Mishima si è suicidato all’età di 45 anni, su un terreno militare a Tokyo, il 25 novembre 1970. Non so come ne abbiano parlato i giornali italiani. Mishima era un fascista? Spesso sia in Giappone che in Europa che in America, ho sentito dire così. Chi lo dice? Perché? Penso che molte volte siano proprio le persone che – sotto una maschera di pace – appoggiano la rinascita del militarismo. 

      Era pazzo, Mishima? Quando è morto il primo ministro in carica, Satoo, premio Nobel per la pace, ha detto che era l’azione di un pazzo… L’attuale primo ministro del Giappone, Nakasone, che all’epoca era ministro della difesa, ha chiamato ‘fastidiosa’ l’azione di Mishima, e riteneva normale e sana la reazione di scherno dei soldati davanti ai quali fu compiuta. Certamente ‘fastidiosa’, perché l’ultima azione di Mishima è avvenuta appunto in terreno militare davanti ai soldati, e la costituzione giapponese del dopoguerra stabilisce che il Giappone non può avere un esercito.

          Dopo la seconda guerra mondiale, Mishima si rendeva sempre più conto che il cosiddetto periodo della pace era una menzogna, ed era profondamente indignato per l’inazione degli intellettuali. 

          Mishima ha compiuto la sua azione 26 anni dopo la guerra, quando crescita economica e consumismo erano diventati giganteschi. Mishima ha detto. “La mia azione può sembrare una follia, ma sono purissimo nel mio sentimento patriottico, e penso che sarà capito. Molta gente non capirà, ma devo dimostrare come è necessario e importante che io ora muoia come un cane. Per difendere le proprie idee, bisogna pagare con il proprio corpo”, in accordo con l’antica ideologia cinese Yomeigaku per cui l’azione e la conoscenza sono legate.

          L’essenza del giapponese Bushido (la via del samurai) è: “Scoprire come morire” (Hagature). E questo vuol anche dire: “Scoprire come vivere”.

          Penso che Mishima abbia compiuto la sua azione come un colpo di stato spirituale, per dire che quella vita senza valori spirituali, non era vita.

          Il paesaggio dell’amore e il paesaggio della morte.
L’erotismo e il grande obbligo morale.
Mishima: “L’unico desiderio che ho in vita è l’unione tra il paesaggio dell’amore e quello della morte, tra l’erotismo e il dovere morale. Sarebbe la mia estasi. Ciò che mi rende triste è che io possa realizzarlo soltanto nei libri, e forse non nella vita…”

          Zeami Motokiyo (1363 – 1443) fu un innovatore del teatro No e autore del più famoso libro su quel teatro. Creò un nuovo stile di No, il “No dell’illusione”, in cui la visione della nostra vita che viene dal mondo del sogno e dal mondo della morte, risulta più chiara per il contrasto.

          Dopo la scomparsa di Mishima dal palcoscenico del Giappone, in quel vuoto, la sua azione danza come neve in una calda estate. 

          Dicono che il Giappone è. kamikaze, harakiri, computers, samurai. Ma il vero cuore del Giappone è Heian.

          Kino Tomori (forse 845 – 905)
“Nei giorni di primavera
così sereni e luminosi
di luce eterna
i fiori di ciliegio sembrano cadere
come oppressi da un’ansia”.

          Mishima ha lasciato la vita, la famiglia, il lavoro, la posizione, il denaro. Esiste qualcosa di più importante? L’ideologia di Mishima si oppone all’adesso, è “anti-adesso”.

          “La vita di un poeta è come un fiore: l’interno sboccia da solo”
Un fiore che si pare per l’eternità. Un fiore nascosto.

(Kuniaki Ida)

 

dalla traduzione in francese di
Marguerite Yourcenar e Jun Shiragi

regia
Kuniaki Ida

con
Annalisa Foà, Michele de Marchi, Annig Raimondi

scene
Carlo Cioni

musiche
Michele de Marchi

luci
Fulvio Michelazzi