La tragica storia del Dottor Semmelweis

di Louis-Ferdinand Céline

 

Una tesi di laurea

“Intorno alla tragedia di Semmelweis, non sono gli uomini che si affrontano, ma vi sono potenze biologiche immani che si combattono. Questa meschinità infernale di cui egli fu vittima possiede la grandezza e la fatalità di una guerra”.  (Louis-Ferdinand Céline)

argomento
Il dottor Ignazio Filippo Semmelweis, medico ungherese dell’ottocento, debellatore dell’ infezione puerperale che ha mietuto per secoli milioni di vittime, benemerito dell’umanità intera, fu spinto dall’incomprensione, dall’ottusità e dalle scherno del mondo scientifico alla follia e alla morte. A lui, forse presentendo un analogo destino, dedicò studi giovanili e tesi di laurea un altro medico: Louis-Ferdinand Céline, definito da Ceronetti “distruttore formidabile di stupidità, di inutilità e di vuoto stilistico”.

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Questo spettacolo ha la sola pretesa di condividere con il pubblico, che forse in parte la ignora, questa vicenda, esplorando dal vivo un importante tema della vita per mezzo della sua espressione maggiore: il teatro. Un paarticolare ringraziamento quindi a tutti coloro che affrontano con me questa avventura.

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Gli eroi sono nascosti…
La tragica storia del dottor Semmelweis non è un caso unico. E’ la storia di coloro che hanno pagato con l’isolamento, l’emarginazione e una crudele messa al bando il loro pensiero. Poi, con il passare del tempo costoro, che tanto lucidamente hanno visto, sono considerati alla stregua di tutti gli altri: la loro scoperta diventa ovvia… lo si sapeva già… Nel migliore dei casi una bella statua e il riconoscimento dei posteri che si stupiscono di tanta cecità, come se ora casi simili non avvenissero più… Il dottor Semmelweis mi si è parato davanti come un tragico eroe moderno. La sua storia non è un caso isolato. La sua tragica storia non può che essersi ripetuta e ripetersi…
…menti dotate di pensiero del ‘900 (e non solo), quelle poche menti libere che si sono aggirate tra noi, libere dai vari dover essere sociali e intellettuali, libere da pregiudizi, vaganti solitarie nel secolo e nel continente delle ideologie, né serve pavide e timorose delle mode, né prigioniere dei cassetti di cui è popolata e ci si sforza di popolare la nostra testa… hanno spesso pagato il coraggio di dire ciò che pensavano con la vita. Vite da sacrificare sull’altare del banale e dell’ovvio, dove si offrono vittime ai demoni-dei della tranquillizzante mediocrità…
Fermarsi, meditare, ripercorrere alcuni di questi destini, ringraziare questi uomini di essere vissuti prima di noi e di avere cambiato le nostre vite, riconoscerne il valore e la grandezza: un dovere cui non dobbiamo sottrarci…
Chi sono gli eroi, oggi? perché non li vediamo più? perché sono stati sostituiti da tristi parodie appartenenti all’usa e getta della nostra quotidianità? Qualcosa si è rotto nell’antico rapporto. Da un lato la folla, che agisce secondo il suo eterno istinto, si rivolta e prega, combatte e applaude, lincia e si lamenta, va al massacro e balla spensierata… ciò che resta di un antico coro… Dall’altra un’assenza nella quale si intravvedono a fatica poche semi-visibili figure… Gli eroi si sono nascosti… Forse il dottor Semmelweis è uno di questi tragici eroi moderni… un coro di donne disperate si era riunito nella speranza della salvezza.  (Marina Spreafico)

Ignaz Philipp Semmelweis
(Buda, Ungheria, 1818 – Vienna 1865), medico ungherese, considerato lo scopritore della principale causa della febbre puerperale, rappresenta un caso emblematico della chiusura del mondo scientifico di fronte alle nuove scoperte. La febbre puerperale, ai tempi di Semmelweis, uccideva misteriosamente migliaia di puerpere, soprattutto nei grandi ospedali. Semmelweis, in seguito ad attente osservazioni e a una serie di coincidenze fortuite, giunse alla conclusione che la malattia fosse provocata dagli stessi medici e studenti i quali, secondo una prassi abbastanza comune a quel tempo, venivano spesso a visitare le pazienti dopo aver fatto pratica di dissezione dei cadaveri, in sala anatomica. Il valore della scoperta, tuttavia, fu contestato aspramente dalla maggioranza dei medici del tempo che gli rivolsero una tale quantità di accuse da provocare addirittura la sua espulsione dall’ospedale e in seguito anche dalla cattedra universitaria di Budapest, che gli era stata offerta nel 1855. Dopo la pubblicazione della sua opera fondamentale Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale, l’opposizione nei confronti di Semmelweis divenne ancor più agguerrita, tanto che egli, stanco e deluso, cadde in un lungo periodo di depressione che lo portò alla follia. Fu internato in un manicomio, dove poco dopo morì.

Louis-Ferdinand Destouches, in arte Céline, nasce nel 1894 a Courbevoie. Destinato alla carriera commerciale, a 13 anni viene inviato dai genitori in Inghiltterra e Germania per imparare le lingue. Di ritorno in Francia, nel 1912 si arruola nell’esercito. Ferito ad un braccio, riceve la croce di guerra e resta invalido al 70%. Nel 1920 conosce il dottor Athanase Follet, di cui sposa la figlia, prende la maturità e si iscrive alla facoltà di medicina. Nel 1922 effettua uno stage presso la maternità Tarniera a Parigi e poi all’Hopital Cochin e all’Istituto Pasteur. Nel 1924 sostiene la tesi di laurea con un lavoro dedicato a Ignaz Philipp Semmelweis, il precursore della lotta contro la febbre puerperale. Nel 1927 apre uno studio medico nel popolare quartiere di Clichy, ma la mancanza di clientela lo obbliga a chiuderlo e ad accettare un posto al dispensario. Nel 1932 viene finalmente pubblicato da Denoel Viaggio al termine della notte. Nel 1936 pubblica Morte a credito. L’attività letteraria si fa in questi anni intensissima ma nel frattempo non abbandona la medicina: apre uno studio a Saint-Germain en Laye, poi si imbarca come medico di bordo, è nominato al dispensario di Sartrouville, poi di Bezons. Nel 1945, nonostante i bombardamenti, riesce a raggiungere Copenhagen. Nel frattempo viene emesso in Francia un mandato di cattura contro di lui per tradimento. Lo stato danese rifiuta l’estradizione ma lo incarcera a Vestre Faengsel per quasi un anno. Nel ’51 torna in Francia con la moglie Lucette a Meudon, dove apre uno studio medico e continua ad esercitare la medicina presso i poveri e a scrivere. Qui morirà nel 1961.

 

 

Adattamento e regia
Marina Spreafico

Con
Patrizio Belloli, Luca Fusi, Riccardo Magherini, Vladimir Todisco Grande, Annig Raimondi, Marina Spreafico, Luca Bossi (flauto)

e, per la ripresa, Arsenale-lab 2006
Erica Altomare, Ambra Beltrami, Chiara Bergamasco, Alessandra Crocco, Carlo Decio, Liliana Di Calogero, Salvatore Di Natale, Alessandra Gadda, Paola Galli, Christian Laface, Elisabetta Mossa, Giorgia Motole, Francesca Poliani, Erika Ramirez, Marco Roncoroni, Yang Shi, Paolo Trainini

Allestimento 
Pierluigi Salvadeo
con Davide Fabio Colaci, Giovanni Ottonello, Denni Collotti

Luci
Fulvio Michelazzi

Direzione tecnica
Piera Rossi

Con la collaborazione 
del Corso di Scenografia della 1a Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano

e il contributo della Banca del Monte di Lombardia