La savetière prodigieuse, d’après Federico Garcia Lorca

 

SINOSSI

dal programma di sala

Dal 2019 ho l’onore di essere invitata per un mese dal Dipartimento Arte e Cultura dell’Università Abdou Moumouni per occuparmi dell’insegnamento del teatro agli studenti di Licence 3. Certe scoperte fatte sul campo mi hanno enormemente colpito. La prima è la facilità di comprensione reciproca che la pratica di un’arte come il teatro, che tocca il profondo dell’animo umano, mette immediatamente in gioco ben al di là delle differenze di cultura e stile. Difatti i grandi linguaggi del teatro, tragedia, commedia, farsa e buffoneria… si rivelano universali. Altra scoperta maggiore, spesso ignorata in Europa, è che quell’oceano di sabbia che è il Sahara relega l’Europa in un nord del mondo sognato come l’ultima Thule del tempo dei greci e dei romani, della quale spesso si ignorano geografia, artisti e opere d’arte non differentemente da quanto gli europei ignorino le grandi culture dell’Africa subsahariana. L’Europa è conosciuta per ben altro. E tuttavia basta un mese di lavoro per scoprire che l’essere umano è il medesimo dappertutto e che ovunque sogna e canta e che la poesia ci unisce più che mai. Ogni anno mi è stato proposto un autore o un tema differente. La prima volta si è trattato di Baboo roi del nigeriano Wole Soiynka, pièce nella quale l’autore, ispirandosi liberamente ad Alfred Jarry, mette in evidenza l’arroganza del potere. L’anno seguente, in occasione d’una grande manifestazione internazionale sul tema della Città sostenibile abbiamo realizzato uno spettacolo a partire dal poema Cahier d’un retour au pays natal del poeta martinicano Aimé Césaire. È questo il primo anno in cui la scelta cade su un autore europeo, lo spagnolo Federico Garcia Lorca. Il testo proposto è La zapatera prodigiosa, farsa violenta en dos actos, nella quale entrano in gioco temi di grande attualità trattati dall’autore con mano leggera: i rapporti uomo/donna, la violenza domestica e la messa in gioco dei ruoli tradizionali all’interno della famiglia. Sono bastate poche prove per constatare che questi temi sono ben presenti alla coscienza dei giovani allievi e che li interessano molto. Il fatto che la pièce abbia la forma di una favola di villaggio, che si svolga in un paese lontano e quasi sconosciuto… c’era una volta in un paese lontano… ha aiutato la sua comprensione. C’era una volta… il nostro eterno presente… Un grande poeta e l’arte del teatro parlano ovunque e attraversano il tempo.

Marina Spreafico

adattamento e regia Marina Spreafico
scenografia Karim Elh Adamou
costumi Tatoo
con gli allievi della filière Art et Culture dell’Università Abdou Moumoumi di Niamey – Niger
adattamento e regia Marina Spreafico
scenografia Karim Elh Adamou
costumi Tatoo
con gli allievi della filière Art et Culture dell’Università Abdou Moumoumi di Niamey – Niger

ANNO 2022