Tre donne
di Sylvia Plath
Sylvia Plath, poetessa suicida, ha scritto Tre donne tra il 1960 e il 1963. Un poema per tre voci.
Ho udito il nome di Sylvia Plath per la prima volta molti anni fa da una persona che amavo molto, anch’essa poetessa.
Poi, poco tempo dopo, ho trovato per caso un’edizione di Tre donne in francese.
Sylvia Plath si preoccupava molto della musica delle parole. Ma noi ci serviamo di una traduzione, quindi, in un certo modo, siamo liberi rispetto a quella, e spinti maggiormente verso i rapporti e i personaggi.
TRE DONNE prima, durante e dopo il parto.
3 vite
3 voci
3 strumenti musicali
3 lingue
3 solitudini, diverse.
Eppure non sono che una, e una donna può riconoscersi in ognuna delle tre. E’ la profondità femminile del testo, uno e con tante facce alla volta, tradotta in stupende parole, ad averci attratto e fatto desiderare di metterlo in scena.
Ne cerchiamo, dando corpo a ognuna, o 3 corpi a una sola, l’ambiguità nascosta e il gioco.
Regia
Marina Spreafico
Con
Susana Lastreto, Liliana Paganini, Marina Spreafico
Scene e costumi
Silva Trosi
Musiche a cura di
Moni Ovadia
Luci
Fulvio Michelazzi
Costruzioni
Giovanni Botta
Organizzazione
Nicoletta Ludolini