Blue heart – Cuore blu
di Caryl Churchill
Sotto un unico titolo Caryl Churchill riunisce due brevi pezzi: L’amore del cuore e Caffettiera blu. Due commedie, due finestre aperte sul mistero del desiderio che l’autrice presenta come giochi del teatro e della lingua.
Nel primo pezzo, L’amore del cuore, padre, madre e zia attendono il ritorno della figlia e nipote, Susi, dall’Australia. In tutto si tratta di cinquantatré battute, ma sarà difficile arrivare alla fine. Ad ogni passo ci si trova ad un bivio. Può capitare allora di partire per la strada sbagliata, quella che va diritta in un vicolo cieco. A volte invece sono eventi imprevisti che trascinano altrove. Un figlio che nessuno vuole crea scompiglio. Così i personaggi e gli attori sono costretti a ritornare indietro, a cercare il filo del discorso che come il filo d’Arianna deve portarli all’evento tanto atteso, al centro del labirinto e del cuore, il ritorno di Susi. Ma se la figlia è tanto desiderata è anche vero che, se torna, non c’è più nulla da desiderare, tutto finisce, non c’è più nulla da recitare…
In Caffettiera blu un uomo fa credere a molte donne di esserne il figlio abbandonato e dato in adozione; trama imbrogli con più o meno la complicità della fidanzata e si fa prendere dal bel gioco. Ma ecco che capita un evento imprevisto e misterioso: il linguaggio si contamina, si dissolve a poco a poco; forse si ammala. Mano a mano che la commedia avanza due parole, caffettiera e blu, che ricordano qualcosa di domestico e di profondo, sostituiscono tutte le altre. Personaggi e attori, con un linguaggio sempre più ridotto, continueranno imperterriti ad agire ed essere agiti nelle loro vicende. Alla fine, ormai solo padroni di pochi balbettii che ricordano quelli dei neonati, al contrario che in L’amore del cuore, lasceranno che il desiderio arrivi al suo compimento: madre e figlio e la fine delle parole.
Blue Heart è una grande farsa e una grande metafora. Nei due pezzi coincidenze e logica delle cose si intersecano, come nella vita, a formare un tappeto comico, tragico, drammatico, infantile, filosofico, simbolico, assurdo. E poi ci sono in azione i numeri, uno due tre e quattro, e il grande motore del desiderio che fa sì che tutto si muova. Vivere e sopravvivere, e morire e annullarsi. La vita vuole vivere, da una parte, e ritornare al suo inizio, dall’altra.
Marina Spreafico
Caryl Churchill è la maggiore autrice inglese contemporanea di teatro. Nata a Londra nel 1938 si è laureata in Storia all’Università di Oxford. Sposata, madre di tre figli, ha iniziato giovanissima a praticare il teatro in produzioni studentesche. Dal 1962 scrive per teatro, radio e televisione. E’ autrice di più di trenta testi rappresentati nei più importanti teatri in Inghilterra e in America. Nel 1974 diventa scrittore residenziale presso la prestigiosa Royal Court. Blue Heart è stato presentato in prima mondiale al Festival di Edimburgo del 1997. In Italia è stato rappresentato solo dalla nostra compagnia.
Traduzione
Laura Caretti e Margaret Rose
Regia
Marina Spreafico
Con
Alle Bonicalzi, Beniamino Caldiero, Maria Eugenia D’Aquino, Luca Fusi, Massimo Loreto, Riccardo Magherini, Annig Raimondi, Stefania Stefanin, Luca Rampini (pianoforte)
Spazio scenico
Massimo Scheurer
Luci
Fulvio Michelazzi
Assistente alla regia
Valentina Colorni
Allestimento a cura di
Alle Bonicalzi